DROPS – THE STATE OF MATTER

State of matter è una performance per sei attori e danzatori, ideati appositamente per l’apertura dello spettacolo Back to Nature, a cura di Costantino D’Orazio, a Villa Borghese, Roma (2020). La performance è stata ispirata da Drops, gruppo scultoreo realizzato dall’artista Andreco, allestito presso la Prospettiva del Teatro, grande cortile semicircolare del Parco dei Daini della Villa.

“Queste goccioline scintillanti sono passate attraverso il granito, il calcare e l’argilla; erano neve sulla montagna fredda, molecole di vapore nella nuvola, schiuma bianca sulla cresta delle onde; il sole, nel suo corso quotidiano, le faceva risplendere dei più brillanti riflessi; il pallido chiaro di luna li ha resi vagamente iridescenti; il fulmine li trasformò in idrogeno e ossigeno, poi con una nuova scossa fece fluire questi elementi primitivi in ​​acqua. Tutti gli agenti dell’atmosfera e dello spazio, tutte le forze cosmiche, hanno lavorato di concerto per modificare costantemente l’aspetto e la posizione della goccia impercettibile; anch’esso è un mondo come le enormi stelle che rotolano nei cieli, e la sua orbita si sviluppa di ciclo in ciclo in un movimento senza sosta.

La storia di un ruscello, anche quello che nasce e si perde nel muschio, è la storia dell’infinito.Élisée Reclus, Storia di un ruscello

Ho deciso di allestire le sculture a terra nel cortile, mentre i quattordici piedistalli sono destinati agli artisti e agli alberi da frutto. La performance è una riflessione complessa che si ispira allo spazio in cui si svolge. È una riflessione sui pieni e sui vuoti, sui materiali, sui cambiamenti degli stati della materia, sulle trasformazioni, sulla decostruzione delle condizioni passate, presenti e future del dominio.

I performer salgono sui piedistalli e occupano lo spazio vuoto lasciato dalle statue. Si trasformano in nuove sculture in trasformazione, destinate a ribaltare l’intera idea di scultura e di piedistallo. Gli alberi da frutto si trasformano in un’opera d’arte, secondo “Nature as Art”, una delle pratiche cardine della mia poetica. C’è una forte somiglianza tra questa pratica e quella introdotta dalla Casa dei Borghese nei loro giardini segreti, dove le piante del giardino venivano mostrate ai visitatori insieme ai dipinti all’interno della villa. Anche le piante erano considerate opere d’arte della loro collezione.

Si possono ancora vedere, sul muro intorno alla Prospettiva del Teatro, che divide Villa Borghese dall’odierno Bioparco, le incisioni scritte in latino in cui si ricorda ai visitatori che devono sentirsi liberi di godere dei frutti degli alberi della villa. Uva, melograni e altri frutti che sottolineano l’abbondanza e la prosperità della natura, si trovano negli alberi da frutto presi per l’occasione e sono rappresentati anche sui vasi sulle teste dei Mascheroni, le grandi sculture poste all’ingresso del cortile e lungo l’omonima strada che costeggia il Parco dei Daini.

Gli interpreti eseguono una danza sia interna che esterna. La parte interna inizia nel momento che appare come stasi fisica. Tuttavia, durante questa parte l’anima dell’esecutore si mette in moto, divincolandosi per infrangere i limiti fisici della materia che la intrappola, granito, marmo, ferro, bronzo, pietra e i minerali che la compongono, per smaltire la stasi e impegnarsi nel movimento fisico.

La performance è un lavoro sulla forma/materia, le proprietà fisico-chimiche e biologiche dei materiali e la loro trasformazione. Liberarsi dalla costrizione è solo l’inizio. I performer iniziano ad esplorare la complessità dello spazio e le possibilità di movimento. Quello che succede ora è che la Forza del Movimento e l’Energia generano la Potenza che contrasta il Potere di un’immagine iconica della scultura classica così come la gerarchia di un piedistallo.

Dopo la liberazione, i danzatori generano ciclicamente forme, in equilibrio e fuori equilibrio. Queste forme ricordano gli atomi concatenati, i legami tra minerali e poligoni nelle sculture che ho creato. La forma si porta allo stato di massimo squilibrio, allo stato limite. I ballerini trovano l’equilibrio al culmine, il punto di massimo squilibrio prima di cadere, e rimangono in quella posizione, in cui l’energia potenziale è massima e l’energia cinetica è prossima allo zero. Considerando l’oscillazione infinita infinitesimale dei muscoli e dei nervi oltre che delle cellule, non raggiunge mai lo zero. Sono sempre stato interessato a quel particolare punto e momento di una performance, la condizione di rischio prima del fallimento, il momento prima della liberazione dell’Energia Cinetica e la diminuzione dell’Energia Potenziale

Questa tensione generata dall’energia potenziale al suo massimo è la chiave della performance. È una forza distruttiva quando si tratta del simbolo classico della scultura, dove la scultura rappresenta il dominio, la sottomissione, la gerarchia, lo sfruttamento, la colonizzazione, il proselitismo. Questa performance ha lo scopo di decostruire il dominio, le sue immagini e rappresentazioni visive. Gli artisti cadono dal piedistallo, si sdraiano ai suoi piedi. La scena ricorda le statue dei colonizzatori e dei dittatori rimosse dal movimento Black Lives Matter.

Il brano Bassae di Mai Mai Mai si ferma, finisce il calvario e l’opposizione tra le forze. I performer si alzano in piedi, liberati dalla scultura: il simulacro prende vita similmente al mito di Pigmalione, e osserva la base dove si trovava prima di abbandonarlo.

L’azione rappresenta la discesa dal piedistallo in tutti i sensi possibili. Nelle discussioni all’interno del movimento BLM è emersa la necessità di “distruggere i piedistalli piuttosto che le statue”. Cosa significa distruggere i piedistalli? Significa opporsi a un complesso sistema di regole e procedure che ammette le forme di dominio e di autorità, di potere definite dalla gerarchia che genera disuguaglianza, ingiustizia e sofferenza.

Osservando i movimenti dei performer durante il processo di liberazione dal simulacro, si nota una certa tensione nella direzione degli alberi, della natura, del desiderio di toccarli, di avvicinarsi alla materia organica. Dopo aver lasciato il piedistallo gli artisti si dirigono verso gli alberi da frutto, gli unici elementi che meritano un piedistallo, per essere salvati dalla distruzione antropica.

Dettaglio

performance + installazione

Anno

2020

Location

Villa Borghese – Roma